Regime Forfettario e INPS: Contributi Obbligatori, Riduzioni e Modalità di Pagamento

Tra gli aspetti più importanti da conoscere per chi aderisce al regime forfettario ci sono i contributi previdenziali obbligatori da versare all’INPS. La gestione della contribuzione varia in base al tipo di attività e può influenzare sia la tassazione complessiva sia la convenienza dell’intero regime.

In questa guida completa ti spieghiamo tutto quello che devi sapere sui contributi INPS forfettario: chi deve pagarli, quanto si paga, come funzionano le riduzioni e come si effettuano i versamenti.

Se sei alle prime armi, ti consigliamo di iniziare leggendo la guida completa alla Partita Iva Forfettaria, poi scoprire come aprire la partita iva forfettaria, chi può accedere al regime forfettario, come scegliere il Codice Ateco Forfettario e come funziona la Fattura Elettronica Forfettari. Per ulteriori temi fiscali, consulta la sezione Tasse e Fisco o torna alla home page di Top Finanza.

 

Quali sono i contributi INPS nel regime forfettario

Chi apre una Partita IVA in regime forfettario deve versare i contributi previdenziali obbligatori all’INPS, ma le modalità variano in base alla tipologia di attività esercitata. Esistono due principali gestioni previdenziali:

  • Gestione separata INPS: per i professionisti senza cassa previdenziale autonoma

  • Gestione artigiani e commercianti: per chi svolge attività d’impresa

La scelta della gestione avviene automaticamente in base al codice Ateco e alla natura dell’attività dichiarata.

 

Gestione separata INPS per professionisti

I lavoratori autonomi che non appartengono a un ordine professionale e non sono iscritti a una cassa previdenziale devono iscriversi alla gestione separata INPS. Tra questi rientrano ad esempio consulenti, copywriter, web designer e molte figure digitali.

Nel 2025, l’aliquota prevista per la gestione separata è del 26,07%, applicata al reddito imponibile.

Esempio:

Un professionista con un reddito imponibile di 25.000 euro pagherà: 25.000 x 26,07% = 6.517,50 euro di contributi INPS

Un grande vantaggio della gestione separata è che i contributi si pagano solo sul reddito effettivo e sono interamente deducibili dal reddito, riducendo così l’imposta sostitutiva (15% o 5%).

 

Gestione artigiani e commercianti

Chi esercita un’attività d’impresa (come e-commerce, artigianato, commercio al dettaglio o servizi manuali) è tenuto a iscriversi alla gestione artigiani o commercianti. In questo caso, i contributi sono composti da:

  • Un importo fisso annuo, da versare indipendentemente dal reddito

  • Una parte variabile, calcolata sul reddito eccedente una soglia stabilita annualmente

Nel 2025, il contributo fisso annuo si aggira attorno ai 4.300 euro, con la possibilità per i forfettari di richiedere una riduzione del 35%.

Esempio:

Con la riduzione attiva, il contributo fisso scende a circa 2.800 euro annui. A questo si aggiunge un 24% sulla parte di reddito eccedente la soglia minima (circa 17.500 euro).

 

Come richiedere la riduzione del 35%

La legge prevede una riduzione del 35% sui contributi fissi per artigiani e commercianti in regime forfettario. Si tratta di un’agevolazione utile, ma non automatica: è necessario fare domanda tramite il cassetto previdenziale INPS.

La richiesta va inoltrata entro il 28 febbraio di ogni anno o entro 30 giorni dall’apertura della Partita IVA. La riduzione resta valida per tutto il periodo di permanenza nel regime forfettario e può essere revocata, ma non è retroattiva.

 

Quando e come si pagano i contributi INPS

I contributi vengono versati attraverso il modello F24. Le modalità cambiano a seconda della gestione di appartenenza.

Gestione separata:

  • Si paga in sede di dichiarazione dei redditi

  • Acconti e saldo si calcolano come per l’imposta sostitutiva

Gestione artigiani/commercianti:

  • I contributi fissi si versano ogni trimestre (maggio, agosto, novembre, febbraio)

  • I contributi eccedenti si versano con acconto e saldo a luglio e novembre

 

Contributi INPS e deducibilità fiscale

Un aspetto spesso sottovalutato è che i contributi INPS sono deducibili dal reddito imponibile. Ciò significa che si sottraggono dal reddito su cui si calcola l’imposta sostitutiva, abbassando quindi le tasse da pagare.

Questo vantaggio è importante perché contribuisce a rendere il regime forfettario più sostenibile anche in caso di redditi medio-alti.

 

FAQ – Contributi INPS per forfettari

I contributi sono sempre obbligatori?

Sì, chi ha una Partita IVA in attività è sempre tenuto a versare i contributi, anche in caso di fatturato basso o nullo.

Posso essere esonerato dal pagamento dei contributi?

Solo in rari casi, ad esempio se hai già una copertura pensionistica attiva (da lavoro dipendente a tempo pieno) e l’attività con Partita IVA è accessoria. In ogni caso, serve una valutazione caso per caso.

I contributi sono deducibili o detraibili?

I contributi sono deducibili, ovvero si sottraggono dal reddito prima del calcolo dell’imposta. Non sono invece detraibili dall’imposta già calcolata.

I contributi valgono per la pensione?

Sì, tutti i contributi versati all’INPS (gestione separata o commercianti/artigiani) concorrono al calcolo dell’anzianità pensionistica.

 

Conclusione

I contributi INPS nel regime forfettario rappresentano un aspetto imprescindibile della gestione della Partita IVA. Comprendere come funzionano, in quale gestione ricadi, e quali sono i tuoi obblighi contributivi ti permette di pianificare al meglio la tua attività, evitare sanzioni e cogliere le opportunità offerte dalle agevolazioni.

Vuoi scoprire altri aspetti fondamentali del forfettario? Approfondisci:

Per altri contenuti utili, visita la sezione Tasse e Fisco o torna alla home page di Top Finanza.