Negli ultimi anni, il modo in cui gestiamo i nostri soldi è cambiato radicalmente. Una delle trasformazioni più importanti è stata l’arrivo dell’open banking, un concetto che nel 2025 è diventato parte integrante della quotidianità finanziaria di milioni di persone.
In questa guida ti spieghiamo cos’è l’open banking, come funziona in Italia, quali vantaggi offre a consumatori e imprese, e quali sono le sfide ancora aperte.
Se vuoi avere un quadro ancora più ampio sulle innovazioni nel mondo finanziario, ti consigliamo di leggere anche la Guida Completa al Fintech 2025, l’approfondimento sulle Tendenze dei Pagamenti Digitali nel 2025 e l’articolo dedicato all’Embedded Finance.
Open Banking: una definizione chiara
Con il termine open banking si indica la possibilità per le banche tradizionali di condividere dati finanziari dei propri clienti con terze parti autorizzate, tramite interfacce sicure e standardizzate chiamate API (Application Programming Interface).
Ovviamente, la condivisione dei dati avviene solo con il consenso esplicito dell’utente.
In pratica, l’open banking consente di:
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Visualizzare conti correnti diversi da una singola app
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Eseguire pagamenti o bonifici da piattaforme esterne alla banca
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Ricevere offerte di credito personalizzate basate sui propri dati bancari
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Gestire risparmi e investimenti in modo più intelligente e centralizzato
In Europa, l’open banking è stato spinto dalla normativa PSD2 (Payment Services Directive 2), entrata pienamente in vigore nel 2019. Nel 2025, il quadro normativo è ulteriormente evoluto, con nuovi standard tecnici e protezioni per i consumatori.
Come funziona l’open banking nella pratica
Il processo si basa su tre attori principali:
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Banca titolare del conto: conserva i dati e l’accesso ai fondi
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Third Party Provider (TPP): società fintech, app, piattaforme che richiedono accesso ai dati o ai fondi
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Utente: proprietario del conto, che deve autorizzare ogni singola operazione
Attraverso l’uso delle API, i TPP possono:
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Accedere alla lista movimenti di un conto corrente
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Iniziare pagamenti su incarico dell’utente
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Offrire servizi di aggregazione finanziaria e gestione del budget
Tutto questo avviene senza che l’utente debba fornire le proprie credenziali bancarie a soggetti esterni, aumentando la sicurezza complessiva del sistema.
I vantaggi concreti dell’open banking
Per i consumatori:
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Maggiore controllo: tutti i conti in un’unica app
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Personalizzazione: offerte di credito, risparmio e investimento su misura
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Risparmio di tempo: pagamenti, gestione finanziaria e budgeting più semplici
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Migliore accessibilità: nuove soluzioni finanziarie anche per chi è escluso dal credito tradizionale
Per le imprese:
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Nuove opportunità di business: banche e fintech possono creare prodotti su misura
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Riduzione dei costi: grazie all’automazione dei processi finanziari
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Apertura a partnership: collaborazione tra banche, startup e aziende tecnologiche
L’open banking, insomma, ha reso la gestione finanziaria più trasparente, efficiente e competitiva.
Alcuni esempi di open banking già in uso
In Italia e in Europa, molti servizi che utilizziamo quotidianamente si basano sull’open banking:
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App di aggregazione come Yolt o Oval Money che permettono di vedere tutti i conti in un’unica dashboard
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Piattaforme di pagamento come Satispay o Hype, che utilizzano l’accesso open banking per ricaricare i wallet
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Soluzioni di finanziamento rapido come Soisy o BorsadelCredito.it, che analizzano i flussi bancari per valutare l’affidabilità creditizia
Anche le banche tradizionali italiane, come Intesa Sanpaolo, UniCredit o Banca Sella, stanno investendo massicciamente in piattaforme open banking per non rimanere indietro rispetto ai nuovi player fintech.
I rischi e le sfide da affrontare
Nonostante i numerosi vantaggi, l’open banking presenta anche alcune criticità:
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Protezione dei dati sensibili: garantire che le informazioni bancarie siano trattate secondo il GDPR e le normative vigenti
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Educazione degli utenti: molti consumatori non conoscono ancora i propri diritti nell’ambito dell’open banking
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Sicurezza delle transazioni: difendere i processi da possibili vulnerabilità legate all’uso delle API
Per questo motivo, gli organismi di vigilanza europei stanno lavorando a nuove direttive (come la futura PSD3) per rafforzare ulteriormente la tutela degli utenti.
FAQ – Open Banking in Italia
È sicuro usare servizi open banking?
Sì, se ti affidi a provider autorizzati e riconosciuti, che rispettano le normative europee sulla protezione dei dati (GDPR) e sui servizi di pagamento (PSD2).
Devo pagare per usare l’open banking?
Nella maggior parte dei casi no: l’utente non paga nulla. I costi sono sostenuti dalle piattaforme che offrono i servizi o dalle partnership commerciali con le banche.
Tutti gli istituti bancari supportano l’open banking?
Oggi tutte le principali banche europee e italiane sono obbligate a fornire accesso tramite API sicure ai dati dei conti, su richiesta esplicita dell’utente.
Conclusione
L’open banking rappresenta una delle innovazioni più profonde del panorama finanziario degli ultimi anni. Consente ai consumatori di ottenere maggiore trasparenza, controllo e valore dai propri dati bancari, e apre nuove possibilità di business per imprese e fintech.
Per scoprire altre trasformazioni in atto nel mondo finanziario, ti consigliamo di leggere anche la nostra Guida Completa al Fintech 2025, l’articolo sulle Tendenze dei Pagamenti Digitali nel 2025 e l’approfondimento sull’Embedded Finance.
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